Questo è il primo di una breve serie di articoli in cui impariamo a realizzare una tavola a fumetti. Seguiremo tutti i passaggi, dalla prima impostazione dello storyboard alla gabbia, dalle matite all’inchiostrazione e quindi al colore.

realizzare tavola a fumetti

L’attenzione di questo ciclo di articoli sarà centrata sull’aspetto narrativo delle immagini e su come le immagini raccontano quando sono messe in sequenza in una tavola a fumetti.

In questo primo passaggio impostiamo la gabbia di una tavola, immaginandoci che sia la prima tavola di una breve storia.

Supponiamo di avere già chiara la storia che vogliamo raccontare. Nella nostra tavola vediamo un ragazzo che va al mercato a comprare della frutta. Può sembrare facile, ma in realtà sono proprio le scene e le azioni più comuni a costituire le più grandi difficoltà anche per gli autori professionisti.

Useremo una gabbia classica del fumetto italiano, con tre strisce da due vignette l’una. Questa gabbia è il formato classico, base, del fumetto. Negli anni ‘80 è stato scelto come formato prediletto dal gruppo Valvoline, che vedeva tra i suoi autori gli oggi celebri Lorenzo Mattotti e Igort.

 

realizzare tavola a fumetti

Useremo questa gabbia in maniera abbastanza tradizionale, quindi le tre strisce sono alte uguali. Le vignette possono venire divise, invece a seconda delle nostre preferenze. Il criterio sarà in primis la leggibilità, la chiarezza. In secondo piano bisogna tener presente che le vignette più grandi colpiscono per prime e più fortemente l’occhio del lettore. Quindi, una maniera di sottolineare un momento particolarmente importante sarebbe proprio inserirlo in una vignetta particolarmente grande. Nell’economia di una tavola tuttavia, soprattutto la prima della storia, bisognerà mettere le basi della narrazione e dei contenuti della storia. Quindi, si potrebbe partire con una vignetta che chiarisca al lettore il luogo in cui si svolge la scena, una vignetta doppia che occupa un intera striscia. Questo tipo di vignetta si chiama “establishing shot”, termine rubato alle sceneggiature del cinema per intendere una prima inquadratura che inquadra il paesaggio o lo sfondo della scena.

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Alla seconda vignetta potremmo inserire la presentazione del personaggio. Sarà sufficiente una vignetta grande poco meno di metà della striscia, leggermente verticale, per ospitare un primo piano.

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Ne deriverà una vignetta 3 leggermente orizzontale, che ci aiuterà a mettere in azione il personaggio, ad esempio facendolo vedere in azione nel luogo che abbiamo presentato nella prima vignetta, il mercato. Quindi potremmo farlo vedere nell atto di scegliere dei frutti dal banco.

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In questa maniera abbiamo una piccola sequenza già chiara anche rispetto agli intenti narrativi della tavola. Ci restano due vignette.

Per evitare di dare eccessiva rigidità alla tavola cerchiamo di evitare di mettere in corrispondenza gli spazi bianchi tra le vignette di due strisce adiacenti.

Di conseguenza avremo una vignetta 4 leggermente orizzontale come la 3. Questa può essere utile per fissare un dettaglio della scena, ad esempio cosa ha comprato di preciso il Nostro. Inquadriamo quindi il sacchetto pieno di frutta esotica, comprata fuori stagione. Attraverso questi dettagli è possibile raccontare molto di un personaggio, affidando alle immagini e quindi all’azione invece che alle didascalie.

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In ultima, la quinta vignetta chiude la tavola e la scena mostrandoci il personaggio di spalle che se ne va tra la folla, uscendo di scena. Il formato leggermente verticale di questa vignetta ci aiuta ad ospitare una figura intera.

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Naturalmente ci sono centinaia di modi di raccontare una stessa azione, questo è solo uno dei possibili esempi, tutto cambia a seconda delle volontà dell’autore. Ad esempio avremmo potuto evitare l’establishing shot, dare per scontata l’ambientazione e usare le due vignette in più per raccontare altri dettagli del nostro personaggio, o magari fargli incontrare qualcuno, o parlare con il commesso. Tutto dipende infatti dalle scelte che si fanno per raccontare una storia, e le nostre scelte derivano dalla maniera in cui vediamo le cose.

Ti aspettiamo per il prossimo articolo sulla realizzazione di una tavola a fumetti, in cui parleremo del disegno a matita!

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